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Medicina Comportamentale

La Medicina Comportamentale del Cane e del Gatto è quella branca della Medicina Veterinaria che si occupa dei problemi del comportamento dei nostri animali.
Il compito del Veterinario Comportamentalista, di fronte ad un animale problematico, è valutare anzitutto le sue condizioni cliniche escludendo la compresenza di patologie organiche (artrosi, diabete, gastroenterite, dermatite ecc.) che possono acuire o addirittura causare (es. aggressività da dolore in un cane con l’artrosi) il problema comportamentale.
Svolto l’approfondimento clinico, l’indagine prosegue con la valutazione del problema comportamentale, per cercare di capire se sia di natura educativa, e quindi risolvibile con delle semplici indicazioni per una corretta routine quotidiana, anche con l’aiuto di un educatore cinofilo, oppure se non vi sia un vero e proprio stato patologico (ansia, depressione, ecc.) alla base. In quest’ultimo caso il problema, essendo di interesse medico, richiede l’utilizzo di una terapia riabilitativa mirata, comportamentale e psicofarmacologica, svolta possibilmente in sinergia con un educatore/istruttore cinofilo.
La Medicina Comportamentale è una disciplina relativamente giovane ed in continua evoluzione, motivo per cui non è conveniente “cristallizzarsi” in un determinato metodo o scuola di pensiero, bensì acquisire il meglio da più fonti, riformulandolo nel contesto di un personale metodo diagnostico.
Le basi del nostro metodo diagnostico hanno elementi del Modello Psicopatologico della Scuola Francese di Patrick Pageat ed elementi della Scuola Anglosassone di Karen Overall, mentre la nostra impostazione terapeutica segue il Metodo Cognitivo Relazionale della Scuola Italiana.

Come dicono le parole stesse, gli obiettivi della terapia educativa o riabilitativa del metodo cognitivo-relazionale sono il potenziamento delle capacità cognitive dell’animale e la corretta strutturazione della relazione con il suo nucleo familiare, in parole semplici: facciamo girare correttamente gli ingranaggi dell’animale, quelle del proprietario e poi quelle del loro legame.
Un animale equilibrato è un animale competente, ovvero in grado di capire cosa è giusto fare, perché, in che modo, quando e con che obiettivo, e per fare ciò ha anche bisogno di fare affidamento su un’ altrettanto competente figura di riferimento, il suo o i suoi proprietari, da cui acquisire delle regole, ricevere aiuto e, cosa più importante di tutte, condividere e cooperare.
Con il metodo cognitivo-relazionale, ad esempio, un cane potrebbe smettere di tirare al guinzaglio semplicemente perché avrà piacere a restare vicino al proprietario e saprà che egli è un importante punto di riferimento, interessante, competente e sicuro di sé, anziché smettere di farlo perché altrimenti il suo collare a strozzo si stringerà al collo oppure riceverà uno strattone al guinzaglio o una tallonata nelle reni.
Con questo metodo è necessario abbandonare il vecchio concetto di gerarchia e dominanza: non esistono comandi, ma richieste, non contrapposizione, ma comunicazione, niente divieti e punizioni, ma rinforzo di comportamenti corretti, non ci sono leggi da far rispettare all’animale, ma regole comuni cui tutti, animali ed umani, si devono attenere, e soprattutto problemi da risolvere insieme!

Gli ingredienti della nostra terapia comportamentale sono: conoscenza, organizzazione, gioco, esercizio ed abitudini quotidiane.
Conoscenza, in quanto è importante conoscere l’animale che si ha di fronte, comprenderne la diversità e, cosa fondamentale, la comunicazione, perché i Sapiens sapiens siamo noi, e sta a noi imparare a comunicare con l’animale e non viceversa!
Organizzazione, ovvero sapere esattamente cosa fare in ogni momento, sapersi comportare correttamente da centro referenziale e saper prevedere o prevenire gli errori che il nostro animale commetterà, oppure correggerli nella giusta maniera.
Gioco, cuore pulsante della terapia, la palestra della vita, pratica fondamentale attraverso cui l’animale apprende o riprende tutte quante le regole basilari della vita quotidiana, impara a conoscersi ed essere sicuro di sé, ed il proprietario impara a conoscere davvero il proprio animale, strutturando solidamente la relazione.
Esercizio, che spesso coincide col gioco perché per l’animale avrà eguale piacere nello svolgerlo, ma che comunque ha l’utilità di allenare il proprietario ancor prima che il suo animale, praticando quotidianamente tutte le indicazioni ricevute.
Abitudini quotidiane, passeggiata, pappa, coccole, riposo, gioco, cuccia, visite, viaggi, tutto deve avere una precisa collocazione e determinate regole di svolgimento.

La prima visita può durare mediamente dai 90 ai 120 minuti, alla presenza dell’animale e del proprietario o preferibilmente di tutti i componenti del nucleo familiare. Al termine della visita verranno fornite tutte le informazioni riguardo la diagnosi e la terapia, ed un resoconto della consulenza verrà inviato per mezzo di posta elettronica al proprietario, così da rendere sempre consultabili tutte le indicazioni fornite. Un appuntamento telefonico (o telematico) verrà fissato ad intervalli di 7-14 giorni, con lo scopo di monitorare l’andamento della terapia, fornire ulteriori indicazioni ed eventualmente fissare una visita di controllo.