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settembre 03, 2014
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La scienza boccia le critiche alle cure alternative: “Il pregiudizio è antiscientifico, le prove cliniche e di efficacia sono valide”

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“Le Medicine Complementari e Alternative non possono definirsi basate sulle evidenze”, con queste lapidarie paroleMaurizio Pandolfi, ex professore di Oftalmologia, e la dr.ssa Giulia Carreras, esprimono il loro – a prima vista – inappellabile giudizio sulle CAM (Complementary and Alternative Medicine), argomentando il loro pensiero in un articolo apparso recentemente online e in “press” su “European Journal of Internal Medicine”, che riprende quanto affermato da Pandolfi in un precedente articolo pubblicato nel 2011.

Nello studio, a fronte di una rigorosa dissertazione sui metodi statistici da utilizzare per ottenere l’ottimale validazione di un qualsiasi studio scientifico, fa seguito una sconcertante banalizzazione in merito alle Medicine Tradizionali e Non Convenzionali, alle quali – senza alcuna distinzione fra le varie discipline – viene a loro dire contestata la non completa aderenza delle CAM ai principi dell’anatomia e della fisiologia.

Secondo i due ricercatori, “la soluzione più facile per spiegare l’eventuale successo terapeutico delle CAM è quella dell’effetto placebo”. Il “peccato originale” risiederebbe quindi secondo Pandolfi e Carreras nella presunta – da loro – non scientificità delle basi stesse su cui si fondano le Medicine Tradizionali, Complementari, Alternative e Non Convenzionali nel loro complesso, e questo – pur riconoscendo gli stessi autori la buona qualità di molti studi scientifici sulle CAM – dovrebbe obbligare chiunque ad applicare dei “correttivi” ai metodi statistici utilizzati per qualunque ricerca scientifica in ambito CAM, penalizzanti per le CAM stesse, con la conseguenza che – essendo a loro dire le CAM scarsamente scientifiche in partenza – qualunque studio su di esse perde progressivamente di potenza statistica e quindi di valore.

“La presa di posizione dei due colleghi – replica il Prof. Paolo Roberti di Sarsina, dell’ Osservatorio Metodi per la Salute dell’Università di Milano – Bicocca, Medico ed esperto di fama internazionale nell’ambito delle Medicine Non Convenzionali – è ciò che di più antiscientifico si possa immaginare: sarebbe come supporre che Galileo Galilei avesse sbagliato nel criticare quella che all’epoca era considerata da tutti la soluzione più semplice, ovvero che fosse il Sole a girare attorno alla Terra.

Ormai sono numerosi – anche nonostante i pregiudizi e l’assenza di finanziamenti per la ricerca – gli studi scientifici pubblicati sulla banca dati PubMed che confermano la superiorità delle Medicine Non Convenzionali rispetto al placebo: forse che i comitati editoriali e i revisori indipendenti delle più importanti riviste sono anch’essi “poco scientifici”? L’OMS poi ha emanato il nuovo piano strategico mondiale pluriennale per la valorizzazione delle CAM/MNC: addirittura vogliamo sostenere che pure l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha un approccio anti-scientifico? Sono certo che i colleghi abbiano pubblicato altri pregevoli lavori scientifici in passato, ma mi chiedo quale sia la loro competenza specifica nell’ambito delle Medicine Non Convenzionali. Mi chiedo se sia un caso che gli stessi colleghi abbiano a più riprese pubblicato sempre e solo in modo critico sulle CAM/MNC, dimostrando quindi pregiudizio sulla materia, e mi chiedo anche se sia una combinazione che l’abbiano fatto su una rivista il cui redattore capo guarda caso – è bene dirlo – anch’esso un feroce critico delle CAM/MNC. Ma soprattutto – conclude Roberti di Sarsina – mi chiedo come sia possibile sovvertire le leggi stesse della Scienza, e dichiarare a priori un proprio pregiudizio, attribuendo in modo autoreferenziale un “handicap” a una materia di indagine scientifica, sostenendo che uno studio scientifico è si fatto bene, ma non vale nulla per il solo fatto che si occupa di MNC/CAM: questa – sia chiaro a tutti – non è affatto Scienza”.

L’AIOT – la più rappresentativa associazione medica in Italia sul tema MNC/CAM – lancia con l’occasione il guanto di sfida: “Serve fare il punto – ha dichiarato Leonello Milani, Medico specializzato in neurologia e vice-Presidente dell’organizzazione – e per questo proponiamo un confronto pubblico: è ora di mettere tutte le carte in tavola, si devono confrontare gli esperti per stanare i pregiudizi su una materia importante che tocca la libertà di scelta terapeutica di medici e pazienti”.

L’ A.I.O.T. – Associazione Medica Italiana di Omotossicologia – fondata nel 1983 a Milano, è attualmente l’Associazione Medica più rappresentativa a livello nazionale nel campo della Medicina Omotossicologica ed Omeopatica. Impegnata in particolare nella ricerca e la formazione nel campo della Medicina Biologica, ha contribuito alla formazione di oltre 15.000 Medici e 5.000 Farmacisti Italiani.

fonte www.medbio.it